7 preconcetti che ti impediscono di diventare un leader

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Come si fa a diventare un leader? Potresti avere già in mano le carte giuste, ma dei preconcetti potrebbero star ostacolando tale obiettivo. Queste convinzioni sono subdole, persistenti e limitanti. Quindi, mettiamo le cose in chiaro sulla leadership, perché potresti essere un leader senza nemmeno saperlo.

1. La leadership è innata

Natura e cultura: questo è il dilemma. Sebbene la letteratura a riguardo mostri che l'interesse per la leadership esista fin dall'antichità, la prima ricerca scientifica sull’argomento risale solo ad alcuni decenni fa. Per essere chiari, non esiste consenso scientifico sulla questione se la leadership sia naturale o contestuale. Evita, quindi, chi sostiene che la leadership sia innata al 100% ma anche chi, viceversa, sostiene che possa essere acquisita al 100%.

Gli studi tendono a dimostrare che esistono alcune caratteristiche che potrebbero predisporre alla leadership, ma non predicono se una persona in particolare diventerà un leader. Quindi, qualunque sia il tuo carattere, e a prescindere dai tuoi difetti e dalle tue qualità, mettiti al lavoro! Lavora su di te. Sviluppa le tue competenze. Cogli ogni occasione per mettere in pratica ciò che hai appreso. È questo impegno che un giorno potrebbe permetterti di essere considerato/a un leader.

2. La leadership è prerogativa dei leader o dei dirigenti

Essere un dirigente non significa necessariamente essere anche un leader.
Un dirigente è un supervisore manageriale. Cioè colui che dà le indicazioni, le rispetta e le fa rispettare. Si tratta di elaborazione e disciplina.

Il leader pensa costantemente all’andamento delle performance dell'organizzazione per la quale lavora. È responsabile e sa come essere d’esempio e comportarsi in modo disciplinato. Sa definire una visione ed è in grado di condividerla in modo molto chiaro. Ma un leader, se crede che l'azienda abbia qualcosa da guadagnare, è capace di rompere gli schemi. Ha il coraggio di assumersene i rischi, rompe le righe e trascina altri con sé. È questa combinazione di disciplina e imprenditorialità che lo rende stimolante.

Un consiglio di Catherine Jacquet, Project Director di Cegos: “Per approfondire questo tema, ti invito a leggere il libro “Good to great” di Jim Collins, in quanto offre una visione chiara e desensibilizzata della differenza tra dirigente e leader. Soprattutto offre una visione che ritengo eccellente del leader ideale, il cosiddetto leader di livello 5, che è effettivamente modesto, ma incredibilmente efficace ed efficiente”.

Pur non essendo dirigenti, si può comunque già essere riconosciuti come leader.
La leadership si dimostra nelle situazioni e nei fatti. Qualunque sia il tuo ruolo in azienda, la tua leadership può essere percepita da chi ti circonda per via del tuo atteggiamento di fronte ai problemi, della tua correttezza nell'affrontare le differenze, della tua resistenza alle pressioni o della capacità di innovare, coinvolgendo le persone senza interessi personali. Tutte queste condizioni, oltre alle 7 caratteristiche fondamentali, faranno sì che tu venga riconosciuto/a come tale.

Un'altra convinzione da sfatare: non si viene percepiti come leader solo perché ci si trova a capo di una società, un’unità aziendale o semplicemente si è membri di un CODIR o di un COMEX. E già, un leader non è necessariamente un dirigente

3. La mia azienda mi impedisce di sviluppare la mia leadership

Alcune organizzazioni sono ancora molto piramidali e fortemente gerarchizzate. “In queste aziende, a volte, c’è la tentazione di impedire l’emergere dei nuovi leader, perché temuti. Come fanno? Controllando e convalidando tutte le azioni dei dipendenti, rifiutando qualsiasi idea di miglioramento se questa proviene dai dipendenti, rifiutando l'accesso a determinati corsi di formazione, ecc.”, spiega Catherine Jacquet. Società di questo tipo sono (letteralmente e figurativamente) destinate al fallimento.

La tua azienda può esserti di ostacolo. Può rendere più difficile lo svolgimento del tuo lavoro. Non può, però, impedirti di lavorare su te. Quindi, non può impedirti di sviluppare la tua leadership, se questo è ciò che vuoi.

Le organizzazioni possono facilitare l'emergere di nuovi leader consentendo alle persone di riflettere sul proprio percorso professionale e aiutando a individuare e consolidare il potenziale di ciascun individuo. Questi talenti vanno conservati e sostenuti nella loro “rivelazione” come leader, in quanto si tratta di un'incredibile forza per le organizzazioni che competono nella lotta per il talento. In mancanza di una tale liberazione di energie, è probabile che i potenziali leader svilupperanno le loro competenze, la loro unicità e il loro percorso professionale... altrove.

4. Non rientro nel modello di leadership

Sbagliato, non esiste un modello di leadership. L’esistenza della leadership va di pari passo con l’esistenza dei leader. Non si può istituzionalizzare o modellare ciò che è unico. “Una gestione che intenda sviluppare la leadership all’interno della propria organizzazione, dovrebbe lasciare più spazio alla differenza. L'azienda deve consentire a ognuno di essere sé stesso al lavoro” suggerisce la nostra esperta.

Sviluppare la leadership è un invito a scoprire cosa ci rende unici.

5. Può esistere un solo leader in un gruppo

Generalmente, si pensa che un leader sia il padrone di una specifica area su cui esercita autorità o addirittura onnipotenza. Invece, la leadership può essere condivisa, soprattutto se la si separa dalla nozione di gestione. Un leader può essere un/una giovane attivista che mette in moto la sua azienda proponendo un'innovazione che nessuno avrebbe previsto, ma che un'intera fascia di età attendeva con impazienza. La sua leadership può integrarsi con la leadership della persona che fornirà i mezzi per esprimere, collaudare e lanciare l'idea.

Un dirigente può trovarsi a gestire diversi profili di leadership all’interno del suo team, senza per questo perdere di credibilità. Se sa come utilizzare questi punti di forza, potrà fare squadra e moltiplicare le sue possibilità di successo.
Si tratta di una situazione certamente non facile da gestire quotidianamente, ma con un po' di innovazione manageriale se la caverà ottimamente!

In questa ricerca dello sviluppo della leadership a tutti i costi sorge spontanea un'altra domanda: tutti devono diventare un leader? Assolutamente no! Le aziende devono consentire a tutti di evolversi, permettendogli di essere sé stessi al lavoro. Devono anche però accettare che alcune persone non intendono assumere un ruolo di leadership in azienda. Non esiste alcuna necessità di forzare le persone, anche se si è notato in loro un potenziale importante. Alcune persone preferiscono rimanere nell’ombra. Altre si sentono più a loro agio nella propria zona di comfort. Alcuni preferiscono invece rivelare la propria attitudine alla leadership al di fuori dell’ambito lavorativo, ad esempio nel contesto di un'attività sportiva o culturale o in ambito no profit. Quindi, per sviluppare la tua leadership devi innanzitutto volerlo.

6. Non ho un particolare interesse nel diventare un leader

Un leader benevolo è un leader amato ed equo. Si tratta, quindi, di una qualità essenziale, ma “Oggigiorno, l'imposizione della benevolenza è talvolta eccessiva, e se viene confusa con la nozione di compassione, credo che debba essere valutata correttamente”, avverte Catherine Jacquet.

Secondo il dizionario Robert, la benevolenza è una “disposizione favorevole verso qualcuno”. Se questa disposizione verso gli altri non è innata ma risponde a un'imposizione di “felicità sul lavoro”, rischia di produrre l'effetto opposto generando sfiducia, limitando addirittura il nostro giudizio e le interazioni sincere. Non dobbiamo dimenticare che la benevolenza è una meravigliosa virtù naturale che dobbiamo anche imparare a controllare se vogliamo rimanere fermi e risoluti nelle situazioni importanti. La persona benevola non è debole o sdolcinata ma giusta e aperta alle differenze.

Se un leader deve essere capace di mettere da parte il proprio giudizio per identificare i propri paradossi, le proprie visioni e aiutare chi lo circonda a fare altrettanto, non può cambiare la sua natura più profonda, soprattutto se non ha mai imparato a riconoscere l'unicità di un'altra persona che si trova lungo la via per raggiungere il vertice aziendale. Pertanto, la benevolenza può essere appresa nel contesto della formazione sulle competenze relazionali, per migliorare le interazioni. Tuttavia, modificare radicalmente la propria natura è un'altra faccenda. Un leader carismatico è spesso qualcuno che sa creare relazioni autentiche e uniche con tutti. Si tratta di benevolenza? Difficile a dirsi.

7. Per me è troppo tardi

Pensi di non poter accedere alla leadership perché non hai ricevuto la giusta istruzione? Perché ti trovi già a fine carriera? Perché sei troppo giovane? Perché sei una donna? È ora di mettere da parte i rimpianti!

Se hai dei dubbi, proprio questi possono essere un buon punto di partenza per intraprendere un percorso verso la leadership. Infatti, il fondamento della leadership consiste nello sviluppo personale e nella conoscenza di sé. “Tutto ciò che hai fatto, tutto ciò che hai vissuto, tutto ciò che sei può trasformarsi nell’energia necessaria per liberare il tuo potenziale e renderti un leader!” conclude Catherine Jacquet.

Scritto da

Cegos

Dal 1926 il Gruppo Cegos è a fianco delle imprese, delle istituzioni, dei team e delle persone che forma, seleziona, supporta e aiuta a svilupparsi. Questo ha fatto di Cegos il leader della formazione manageriale, in Europa e nel mondo.
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