I 3 modi migliori per distruggere lentamente e inesorabilmente la tua reputazione di leader

Di | 30 gennaio 2019

Una delle più celebri frasi di Warren Buffet dice:

Ci vogliono 20 anni per costruire una reputazione e cinque minuti per rovinarla. Se ci pensate, farete le cose in modo diverso.

Ci sono infatti alcuni accadimenti che portano a una distruzione repentina e rovinosa. Altri comportamenti sono invece più sottili, scavano nella relazione dall’interno, ma l’esito finale non è differente: a un certo punto tutto si romperà in mille pezzi.

Cattiva reputazione

Come distruggere la propria reputazione

Quali sono dunque i 3 modi migliori per distruggere un capitale di reputazione e fiducia precedentemente costruito, magari faticosamente, all’interno delle relazioni professionali?

Creare false aspettative

Accade tutte le volte che creiamo aspettative che non andiamo poi a soddisfare. Sulla nostra performance, su qualcosa che vendiamo, su una promozione o un aumento che promettiamo. Talvolta lo si fa con superficialità: convinti di posporre il problema, magari, oppure per il quieto vivere del momento, senza considerare il prezzo che andremo a pagare successivamente.

Talvolta lo facciamo ad arte: deliberatamente, per “tirare fuori il massimo” qui ed ora. Quando veniamo scoperti, il conto reputazionale è davvero salato. La nostra parola conterà davvero poco la prossima volta.

Evitare di prendersi la responsabilità

La cultura dell’alibi, dello scarica barile, della “sfortuna” è purtroppo nemica della fiducia. Tante volte le persone in azienda, senza pensare alla propria reputazione e per tirarsi fuori dagli impicci, dicono cose come “non è colpa mia”, “me l’hanno imposto”, “ho le mani legate”, “d’altronde, sai come sono loro”.

In questi momenti stiamo azzerando la nostra credibilità. Non solo quindi il tremendo (e talvolta ancora praticato) scaricare sul collaboratore l’errore, ma anche un atteggiamento poco chiaro, in cui magari si chiede la responsabilità agli altri ma non la si pratica per primi. Riconoscere di avere sbagliato non va in effetti tanto di moda ma è uno dei comportamenti più semplici, che in modo diretto ci possono aiutare a ricostruire la nostra credibilità e reputazione.

Parlare male degli assenti

Non voglio togliere il piacere della battuta cinica che tanto fa parte della nostra cultura. Voglio evidenziare quanto una pratica diffusa e “amata” porti con sé un impatto forte su quello che è il clima di fiducia e sulla reputazione di leader che ti stai costruendo. Parlar male dell’altro, sia esso un collega, un altro membro del team, l’amico o la suocera, è una scorciatoia perché genera una facile complicità. Ma se fatto in maniera costante, porta alla cultura del feedback non trasparente, per sentito dire, interpretato. Ancora una volta non chiarezza, incertezza, sfiducia.

Questo elenco naturalmente non vuole limitare la tua creatività nel distruggere la buona reputazione nelle tue relazioni professionali e non.

 

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