Obiettivi, obiettivi, obiettivi

Di | 12 giugno 2018

“Non esiste vento favorevole per il marinaio che non sa dove andare.”

– Seneca.

Chi non ha mai lavorato su diversi progetti con una serie lunghissima di risultati da ottenere? Chi, nell’ultimo trimestre dell’anno, non si è mai preoccupato per il raggiungimento o superamento dei propri obiettivi finali?

La nostra vita è delimitata da obiettivi, i quali orientano i nostri compiti e attività: Eduard Juliá, consulente Cegos Spagna, in questo articolo condivide con noi qualche spunto di riflessione sul tema.

obiettivi

Per iniziare a parlare di obiettivi, poniamoci alcune domande:

  • Nella nostra azienda tutti i lavoratori sono focalizzati sugli obiettivi dell’organizzazione?
  • I team hanno obiettivi chiari e quantificabili?
  • I team pianificano congiuntamente come raggiungerli?
  • I collaboratori hanno obiettivi e termini valutabili?

Se abbiamo risposto affermativamente a queste quattro domande, ottimo! Solo un terzo delle persone infatti dichiara di avere una chiara idea degli obiettivi perseguiti dalle loro aziende; solo una su sei si concentra in modo efficace sugli obiettivi più importanti e solo uno su tre dichiara di avere obiettivi di lavoro scritti (Fonte: Studio XQ di FranklinCovey).

Le organizzazioni complesse nel contesto attuale sviluppano progetti con centinaia di obiettivi che spesso variano frequentemente oppure hanno scarso impatto operativo. Tuttavia, non possiamo permetterci di concentrare la nostra attenzione su una moltitudine di obiettivi, per giunta non decisivi. Il nostro focus deve essere sul raggiungimento di quei risultati che sono veramente importanti: se non lo sono, nulla di ciò che si otterrà di conseguenza sarà importante.

È utile quindi identificare due tipologie:

  • POS: principali obiettivi strategici che fanno la differenza. L’incapacità di raggiungerli causerà perdita di rilevanza per qualsiasi altro risultato.
  • ONS: obiettivi non strategici che comportano azioni utili da compiere.

A volte ci concentriamo su cioè che non è rilevante e che diventa automaticamente “nemico” di ciò che invece è prioritario (di fatto quindi gli ONS sono i nemici dei POS).
I POS dovrebbero essere al massimo tre, poiché in questo modo possiamo concentrarci su ciò che è strategicamente importante ed eviteremo di disperdere le nostre azioni:

Numero di obiettivi 1-3 40-10 11-20
Obiettivi raggiunti con successo 1-3 1-2 0

 

Orit Gadiesh afferma: “Non c’è società che possa avere successo se divide le sue risorse in troppe iniziative. Concentrarsi sulle attività giuste e più importanti è fondamentale per raggiungere il successo “.

Come dovrebbe essere un buon obiettivo?

  • specifico e chiaro.
  • esplicitamente collegato allo scopo.
  • definito con un linguaggio semplice.
  • misurabile.
  • determinato nel tempo.

Una buona formulazione è la seguente:

(Verbo) (soggetto) da (X) a (Y) per (quando)

Ad esempio: “Aumenta le vendite di prodotti x da 20 a 25 milioni di euro entro il 31 dicembre”.

Una buona formulazione, una corretta comunicazione e un adeguato follow-up degli indicatori ci condurranno ai risultati prefissati. Tuttavia quel risultato non sarà la destinazione finale.

Come disse William H. Shedd: “Una nave è al sicuro nel porto. Ma non è per questo che è stata costruita. ” Quindi ci saranno sempre nuovi obiettivi da raggiungere e sfide da superare.

 


 

Consulta il programma del corso: “Accompagnare il team al raggiungimento degli obiettivi” e vai all’articolo “Obiettivi solidi in una società liquida: il metodo S.M.A.R.T.”

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